Difficile visitare un Paese africano senza dedicare almeno un giorno alla scoperta della sua capitale. Questo è ancor più vero per il Madagascar, del quale Antananarivo è il cuore politico, economico e culturale. Venne fondata nelle prime decadi del 1600 dal re Merina Andrianjaka in una zona sugli altipiani della Grande Terra anticamente conosciuta con il nome di Analamanga, “foresta azzurra” in lingua malgascia; il re, una volta espulsi i leggendari Vazimba, indicati dai Malgasci di oggi come i loro più lontani predecessori, vi stanzia, a protezione del nuovo insediamento, una guarnigione di mille soldati. Ecco perché dalla fine dello stesso questo luogo viene chiamato Antanananrivo, ossia “la città dei mille”.
E’ situata ad un’altezza media di 1.300 metri sul livello del mare ed è una metropoli vibrante e frenetica, caotica e in continuo movimento, il cui centro si divice in Ville Haute, la città alta, e Ville Basse. Quest’ultima, la città bassa, è la zona commerciale più caotica e inquinata, la sua arteria principale è Avenue de l’Indipendence con edifici che ricordano la colonizzazione francese e il pittoresco mercato all’aperto di Analakely. Nella città bassa si trova anche la Gare, la stazione principale di Tana (questo il nome che i suoi abitanti danno alla città), alla fine dell’Avenue de l’Indpendence nella zona di Soarano. Al suo interno si trova una galleria commerciale e il Café de la Gare, luogo di ritrovo molto curato che strizza l’occhio alle stazioni francesi dell’Ottocento.
Alla Ville Haute si sale attraverso stradine strette e tortuose e, passando per la cattedrale di Andohalo, la casa di Jean Laborde e il palazzo barocco sede del Museo Andafivaratra, si raggiunge il colle più alto della città, dove si erge il Palazzo della Regina, (Rova Manjakamiadana in Malgascio) che è stata la dimora dei sovrani del Madagascar nel XIX secolo. Il Palazzo, venne distrutto da un enorme incendio nel 1995 e ricostruito soltanto nel 2013. Il Rova rimane un grande simbolo di unità per tutti i Malgasci, nonostante la sua edificazione venne promossa dai sovrani Merina, e il panorama dal suo belvedere è spettacolare, soprattutto al tramonto. Nelle prossimità, i mausolei e le tombe reali danno un tocco di solennità al sito.
Scendendo dal centro, si arriva al Lago Anosy nel centro del quale si trova un plinto con un grande angelo bianco, monumento ai caduti nella I guerra mondiale. Costeggia il lago una fila di alberi Jacaranda, che a Novembre si tingono di fiori color malva. Spingendosi in direzione sud si arriva al vivace Mercato dei fiori, esplosione di colori e di piante di ogni tipo. Nella zona più lontana dal centro troviamo aree residenziali, edifici commercili e industriali e ettari di risaie.
Antananarivo è stata protagonista di uno sviluppo incontrollato e di uno sfrenato aumento demografico che l’ha portata ad avere oggi un’area urbana con quasi due milioni e mezzo di abitanti, dai 200.000 degli Anni 50 e dal milione e mezzo alle porte del Duemila. Risorse limitate e una gestione discutibile hanno portato le autorità di Tana a fronteggiare problemi come il sovraffollamento, il traffico, l’inquinamento, l’approvvigionamento di acqua ed elettricità e non ultime la disoccupazione e la povertà.
La città rimane comunque la più stimolante dal punto di vista degli eventi artistici e musicali e vanta un’animata vita notturna con concerti, locali, club e ristoranti di ottimo livello. Tana è il luogo in Madagascar dove concedersi una cena che possa competere con ristoranti stellati europei, ma a un prezzo molto più contenuto. Nel 2016 ospita il Summit dei paesi francofoni e, nel frattempo, si prepara ad una nuova sfida: le elezioni politiche del 2018.